nov22018
Quasi 150 operatori del settore della pulizia professionale hanno riempito la sala dell'Unicredit Pavillion che, lo scorso 11 ottobre, ha ospitato l'evento: "Ecolabel UE del servizio di pulizia, come cambia il Cleaning professionale", un pubblico attento che ha seguito l'evento organizzato da Afidamp, l'associazione dei fabbricanti e distributori di forniture per la pulizia professionale, in collaborazione con il Comitato Ecolabel per l'Ecolabel e Ecoaudit e Ispra - Servizio per le Certificazioni Ambientali.
Caratteristiche, applicazioni e iter Ecolabel UE
Il primo obiettivo era quello di illustrare quali fossero le caratteristiche della nuova Decisione Ecolabel UE (2018/680), pubblicata in Gazzetta Ufficiale europea lo scorso maggio, individuarne il campo di applicazione e spiegarne l'iter operativo.
Il secondo, quello di creare un momento di incontro e di confronto sullo stesso tema per capire se e come la nuova decisione Ecolabel risponde alle aspettative del settore e quindi se è considerata un utile strumento di differenziazione sul mercato.
Presenti come relatori i massimi esperti italiani in materia di Ecolabel, cioè quegli stessi funzionari che rilasciano le certificazioni e che procedono con le verifiche ispettive.
Come potrebbe cambiare?
Paolo Fabbri di Punto 3, chiamato a condurre l'evento, dopo una breve introduzione ai temi del GPP ha posto la domanda all'Ing. Raffaella Alessi - componente della sezione Ecolabel del servizio certificazioni ambientali di Ispra e responsabile di istruttorie Ecolabel per i gruppi della Detergenza e del Cleaning - che è entrata nel merito di quelli che sono i requisiti che le aziende devono avere per poter essere certificate, dei costi da sostenere e degli step da raggiungere per poter poi mantenere la certificazione, fermo restando che ciò che viene certificato è il servizio e non l'azienda. Ha spiegato che possono richiedere la certificazione del servizio tutte le tipologie di aziende, da quelle grandi alle PMI. Diversi, in base alla dimensione, saranno i costi di istruttoria da sostenere. Fondamentale è sapere che il servizio che verrà certificato deve essere erogato da una divisione, una filiale, una succursale o un dipartimento (chiaramente distinti dall'impresa madre), che potrà erogare e gestire solo servizi Ecolabel UE per i quali deve essere tenuta una contabilità separata.
Snodo cruciale è stato quello relativo al campo di applicazione: è il primo punto che ogni azienda deve chiarire per capire se può o meno accedere alla certificazione. Esso comprende i Servizi professionali di pulizia ordinaria, effettuati presso edifici commerciali, istituzionali e altri edifici accessibili al pubblico nonché presso abitazioni private. Comprende altresì la pulizia ordinaria di vetrate raggiungibili senza il ricorso ad attrezzature o macchinari particolari, ma esclude le attività di disinfezione, le attività di pulizia effettuate presso siti produttivi, le attività per le quali i prodotti per le pulizie sono forniti dal cliente. Questo punto ha creato un po' di perplessità tra il pubblico e tra quelle aziende che vedono nei servizi ospedalieri il loro core business. Un pubblico eterogeneo in cui era alta la componente di fabbricanti e distributori che rappresentano la fornitura dei prodotti per la pulizia. Infatti tra i sette criteri obbligatori e i dodici facoltativi, ben illustrati dall'ing. Alessi, sono tanti quelli che regolamentano i prodotti della fornitura che quindi rivestono un ruolo fondamentale per l'ottenimento della certificazione.Forte anche la componente di imprese di servizi, della committenza (centrali di acquisto pubbliche che saranno chiamate a servirsi di questa nuova "decisione" per l'emanazione dei bandi pubblici) e di istituzioni.
"Dall'entrata in vigore sono già cinque le aziende italiane che hanno fatto domanda di certificazione. Ora l'iter di verifica, che prevede l'analisi della documentazione e anche una ispezione in loco, è avviato. Per il suo completamento saranno necessari circa tre mesi" spiega l'ing. Alessi.
Meeting Commissione europea
Lì dove alcune domande non hanno trovato esauriente risposta nel vivace dibattito seguito agli interventi, i relatori si sono impegnati a riportarle come argomento nel prossimo meeting della Commissione europea che si tiene a novembre e che vede riuniti gli organi competenti dei diversi Stati europei.