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nov
9
2017
Italia seconda in Europa tra i grandi Paesi nel recupero e riciclo rifiuti
La situazione italiana per quanto riguarda recupero e riciclo dei rifiuti non è "devastante" come si è abituati a pensare. A fronte di una media europea del 46%, il nostro Paese riesce a posizionarsi secondo posto tra i grandi, dopo la Germania, facendo registrare il 49% di recupero e riciclo. Al di sotto della media europea troviamo il Regno Unito con il 45%, la Francia con il 40%, la Spagna con il 35%. Migliori prestazioni solo da Paesi con popolazione inferiore ai 20 milioni di abitanti. Colmato il gap nei confronti di Francia e Inghilterra, registrando i migliori tassi di crescita, soprattutto nel recupero della frazione organica: nel 2007 l'Italia partiva ultima e oggi è al secondo posto insieme con l'Inghilterra. E' quanto emerge dallo studio "Analisi dei modelli di gestione dei servizi di igiene ambientale nei principali Paesi europei", messo a punto da PwC per Utilitalia, la Federazione delle imprese di ambiente energia e acqua, e presentato oggi alla Fiera di Rimini nell'ambito di Ecomondo. L'analisi, che si concentra su Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna (tutti al di sopra dei 45 milioni di abitanti), rileva che i tedeschi si posizionano tra i Paesi ad alto tasso di riciclo e ad alto tasso di incenerimento (circa al 35%), con la media Ue che è del 27%. Mano a mano che diminuisce il ricorso alla termovalorizzazione, aumenta lo smaltimento in discarica: in questa fascia si posizionano Francia e Regno Unito, subito dopo l'Italia che comunque è sempre seconda per recupero e riciclo. Ricorre di più alla discarica soltanto la Spagna. Tra i primi 10 operatori, viene spiegato dallo studio, non ci sono aziende italiane e gran parte dei fatturati delle aziende europee più grandi è realizzato al di fuori del Paese di origine.
"Per l'Italia un notevole progresso in pochi anni" - osserva il vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini. "Serve una crescita industriale del sistema dei rifiuti e una crescita dimensionale delle aziende. Come accaduto con successo per l'energia e per il settore idrico, la regolazione di un'Authority indipendente supporterebbe entrambi i processi. Insomma, aggregazioni tra gestori e un sistema tariffario coerente con la sostenibilità economica e ambientale del servizio, sono la chiave di volta. Una tariffa modellata su principi di equità, trasparenza e flessibilità avrebbe tra l'altro l'effetto di responsabilizzare tutti gli attori: le istituzioni, le imprese e anche i cittadini, cui va il merito di aver migliorato la raccolta differenziata nel Paese".
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