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ott
14
2016
Dal campo alla pattumiera, lo spreco di cibo vale 16 miliardi all'anno
Vale poco meno di 16 miliardi di euro ogni anno. E' lo spreco alimentare, ovvero il cibo che si perde nella filiera alimentare insieme a quello che si butta in casa. Ecco i dati aggiornati dell'Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg e del progetto Reduce (Università di Bologna/Ministero dell'Ambiente) che per la campagna Spreco Zero 2016 hanno riunito i monitoraggi sulle perdite e spreco del cibo nella filiera (agricoltura, industria, distribuzione) sommandoli allo spreco alimentare domestico. Nella spazzatura prodotta nelle case degli italiani si calcola finiscano 8 miliardi di euro all'anno, ovvero circa 30 euro al mese a famiglia per 600 grammi circa di cibo sprecato. Complessivamente, però, lo spreco di cibo costa ogni anno circa il doppio agli italiani: innanzitutto perché lo spreco domestico dichiarato nei sondaggi è quello percepito non quello reale che secondo i primi test dei 'Diari di famiglia' Waste Watcher vale almeno il 50% in più, ovvero 12 miliardi circa. A questa cifra vanno poi sommate la perdita in campo (circa 1 miliardo e 25 milioni), gli sprechi nell'industria (circa 1 miliardo e 160 milioni) e nella distribuzione (circa 1 miliardo e 430 milioni). Si arriva così al valore di 15 miliardi e 615 milioni di spreco alimentare annuo in Italia (elaborazione Distal Università di Bologna e Last Minute Market su dati Borsa Merci Bologna). "I risultati di queste ultime stagioni spese per la sensibilizzazione di cittadini e amministratori sul tema dello spreco alimentare si sono tradotti nella nuova normativa antispreco ma anche in una maggiore consapevolezza dei consumatori. Un'attenzione che vogliamo innanzitutto tramandare ai nostri figli: insegnare a non sprecare è un atteggiamento educativo passato in un anno dal 62% al 78% degli italiani", spiega il fondatore di Last Minute Market, Andrea Segré, presidente del Comitato tecnico-scientifico Programma nazionale di Prevenzione rifiuti/sprechi. "Ma le criticità sono ancora tante e resistenti" continua. "Cresce la percezione che lo spreco domestico è un serbatoio enorme di spreco (dal 15% del 2015 al 24% del 2016) ma solo 1 italiano su 4 riconosce nello spreco domestico la vera voragine degli sprechi in Italia, laddove le 'colpe' sono date frettolosamente alla distribuzione, alla ristorazione o alla filiera". Intanto, da novembre partirà il primo monitoraggio scientifico dei Diari di famiglia Waste Watcher, misurazioni scientifiche realizzate con Università di Bologna ed Swg, per calcolare lo spreco reale e non solo quello percepito. Il progetto Reduce - Ricerca EDUcazione ComunicazionE, promosso dal Ministero dell'Ambiente a cura dell'Università di Bologna - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari, si occuperà di dare concretezza statistica e scientifica ai monitoraggi dei Diari attraverso la collaborazione di centinaia di famiglie di tutta Italia che per una settimana annoteranno dettagliatamente quantità e tipologia del cibo buttato, sottoponendo poi la loro spazzatura a un controllo incrociato per 'certificare' lo spreco prodotto. E' già operativa la ricerca sulla ristorazione nelle mense scolastiche, dove si stima che vada sprecato fra il 20 e il 50% del cibo preparato, a seconda dei menu.
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