giu222016
"Per accelerare la crescita però" - osserva Perego - "è necessario innanzitutto uscire dalla fase sperimentale che caratterizza la maggior parte dei progetti per passare all'applicazione diffusa ed estendere i progetti anche a settori oggi meno attivi come l'alimentare, il legno-arredamento, la moda e soprattutto alle imprese medio-piccole, cuore pulsante del tessuto industriale italiano".
Per il 2016 il tasso di crescita previsto del 20% è buono ma insufficiente a recuperare anni di ritardo rispetto alle più mature esperienze internazionali, dove sono nati piani di azione di sviluppo nazionale. Così, nonostante il 38% delle industrie italiane dichiari di non conoscere i temi dello Smart Manufacturing e sebbene il tessuto imprenditoriale sia costituto da realtà di piccole dimensioni "con una scarsa maturità di soluzioni informatiche", dalla ricerca il quadro dell'Industry 4.0 nel nostro Paese emerge "sostanzialmente positivo". Quasi un terzo delle imprese, riferisce l'Osservatorio del Polimi, ha già avviato tre o più progetti utilizzando tecnologie digitali innovative come l'Industrial Internet of Things, l'Industrial Analytics, il Cloud Manufacturing, l'Advanced Automation, l'Advanced Human Machine Interface o l'Additive Manufacturing. Il mercato italiano dello Smart Manufacturing è costituito in maggioranza da applicazioni tecnologiche di Internet of Things per l'industria (il 66% del valore), in cui i progetti sono ancora principalmente in una fase pilota. Nella Industry 4.0 appaiono però forti differenze per settore: nell'industria automotive, nell'alimentare e nei macchinari chi non ne ha mai sentito parlare è limitato al 30%, in altri settori supera anche il 50%. La ricerca dell'Osservatorio è stata svolta su 307 imprese italiane in 9 settori rilevanti per il tessuto manifatturiero, ha censito nel complesso circa 600 applicazioni di Smart Manufacturing Technologies in Italia nel 2016 riportando un quadro di forte vitalità.